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Modifica delle aliquote IVA dal 1.5.2020

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In coincidenza dell’obbligo di adesione al sistema EET per tutti i contribuenti fissato per il 1.5.2020,1 il Ministero delle finanze ha previsto la riduzione dell’aliquota IVA al 10% per le seguenti attività:

  • E book e audilibri.
  • Ristorazione, ad eccezione del take away (dove resta in vigore l’aliquota al 15%)
  • Birra alla spina distribuita nell’ambito di ristorazione e catering
  • Servizi di parrucchieri e barberia, pulizia residenziale
  • Sartoria e riparazioni pelletteria
  • Riparazioni di cicli
  • Servizi di pulizia in abitazioni private
  • Acqua di rubinetto
  • Servizi sociali di assistenza a bambini ed anziani

Cogliamo l’occasione per ricordare che lo studio BS&P è a disposizione per eventuali approfondimenti, fermo restando che le informazioni riportate dal presente post sono sintetiche e nella loro applicazione richiedono ulteriori analisi e implementazioni.

Approfondimento – Procedura di Liquidazione di una Società di Diritto Ceco

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Liquidazione Di Una Società Di Diritto Ceco

La fase di liquidazione é normalmente l’atto che porta alla chiusura delle società di diritto ceco. Capita spesso che tale procedura sia sottovalutata, e diverse volte costatiamo che la sola messa in liquidazione porti a considerare la società già estinta. In realtà, durante la fase di liquidazione, la società continua a esistere: ha gli adempimenti correnti nei confronti del fisco – dunque dichiarazioni IVA e dichiarazioni dei redditi alla fine dell’anno – e deve procedere ad alcuni passaggi obbligatori che potranno poi consentire la cancellazione dal registro commerciale.

Per cancellare una società di diritto ceco dal registro commerciale, qualora non intervengano operazioni di natura straordinaria, occorre procedere ad una liquidazione.

La messa in liquidazione è fatta tramite atto notarile deliberando tramite assemblea dei soci la messa in liquidazione e la nomina del liquidatore – in sede di assemblea può essere approvato anche il compenso del liquidatore.
I soci possono partecipare in sede di assemblea notarile anche per delega autenticata.
Il liquidatore nominato non deve essere per forza un professionista, e sostanzialmente è un ruolo che può essere ricoperto anche dagli amministratori precedenti o da soggetti terzi.

Il liquidatore svolge una funzione molto similare all’amministratore nell’ordinaria gestione, ha tuttavia l’obbligo di procedere alla liquidazione degli attivi e alla chiusura dei passivi (debiti). Non è trascurabile la responsabilità del liquidatore: ha responsabilità personali sull’operazione di liquidazione e naturalmente deve agire nell’interesse dei creditori. 
In situazioni estreme, qualora il liquidatore verifichi che non vi sia spazio per liquidare tutti i creditori, questi dovrebbe procedere alla messa in insolvenza della società, per poi portarla alla delicata fase di procedura fallimentare. Fortunatamente si tratta di casi estremi.
Al giorno antecedente all’entrata in liquidazione, si presentano la chiusura di bilancio e la dichiarazione dei redditi. Dal giorno successivo, la società viene considerata in liquidazione, aspetto che deve essere trascritto dal registro commerciale stesso, apponendo la dicitura “v likvidaci” in “liquidazione”.

I tempi per la presentazione di questa dichiarazione dei redditi sono pari a trenta giorni dalla messa in liquidazione.
Durante la liquidazione si deve procedere alla pubblicazione nel bollettino commerciale della notizia inerente alla messa in liquidazione – va fatta due volte a distanza di almeno 14 giorni. La pubblicazione ha lo scopo di fornire una notizia visibile ai terzi, in modo che questi abbiano il tempo per presentare eventuali richieste al liquidatore (si immagini ad es. un creditore).
Dall’ultima pubblicazione, devono pertanto trascorrere 3 mesi e solo dopo, si può procedere a presentare al fisco la dichiarazione dei redditi di chiusura liquidazione.

Sempre durante la liquidazione, vanno estinte tutte le posizioni creditorie e debitorie esistenti sulla società – se presenti dei beni ed asset, vanno abitualmente ceduti in modo da svuotare completamente la società stessa.
L’atto finale della liquidazione è la relazione del liquidatore, l’approvazione dei soci e la proposta di destinazione degli eventuali residui. Sempre in fase di chiusura di liquidazione va presentata una dichiarazione dei redditi a cui abitualmente segue la richiesta al fisco per ottenere il consenso alla cancellazione.

Ottenuto l’assenso del fisco, si può presentare la pratica al Tribunale commerciale per procedere alla cancellazione. Il Tribunale, verificati gli adempimenti formali – occorrono alcune dichiarazioni firmate dal liquidatore oltre alle copie dei bilanci presentati – rilascia la delibera di cancellazione.
Il timing per una liquidazione, se non vi sono particolari complicazioni che impediscano la chiusura della liquidazione, è di solito tra i 4 e i 6 mesi.

La Dibattuta Questione della Valutazione del Magazzino

By | Fiscalità

La Dibattuta Questione della Valutazione del Magazzino

L’internazionalizzazione dei sistemi gestionali ha benefici importanti in termini di sinergie. Capita frequentemente di dover affrontare la tematica delle valutazioni delle scorte di magazzino.

Di seguito un concreto quesito direttamente gestito con le autoritá fiscali, che abbraccia anche altri elementi patrimoniali (quali immobilizzazioni finanziarie e debiti di varia natura).

QUESITO

L’art. 24 comma 6 del codice della contabilità (ZoÚ : zakonik o ucetnictvi) stabilisce che le immobilizzazioni e i debiti denominate in valuta estera devono essere convertite in valuta ceca al momento della valutazione.

Ai sensi dell‘art.4 comma 12 del codice della contabilità (ZoÚ : zakonik o ucetnictvi) per le immobilizzazioni e i debiti, le partecipazioni …, è obbligatorio utilizzare contemporaneamente la valuta ceca e quella estera. Dato che in Repubblica Ceca ci sono molte società figlie le cui società madri provengono dall’estero, il numero di società figlie che usano lo stesso software di magazzino delle società madri è in crescita. Tuttavia, la contabilità di magazzino è tenuta in Euro. La società figlia ceca non è grado, perciò, di utilizzare il software evidenziando i risultati di magazzino in Corone Ceche. Solitamente alla data di chiusura del bilancio (sia infrannuale che di fine anno) si evidenzia il risultato di magazzino calcolato in base al tasso di cambio  secondo l’art. 24 par. 7 del codice della contabilità (ZoÚ : zakonik o ucetnictvi).

Ciò si traduce però in un mancato adempimento dell’obbligo di legge.

Esiste qualche soluzione?

Regolamentazione legale:

  • Legge n. 563/1991 del codice della contabilità (ZoÚ : zakonik o ucetnictvi) e successivi emendamenti,
  • Sezione 24 – Metodi di valutazione
  • Sezione 25 – Metodi di valutazione
    • Decreto n. 500/2002 (Vyhláška č.500/2002 Coll.), in base al quale si attuano determinate disposizioni della legge sulla contabilità per gli imprenditori (PVZÚ : Prováděci Vyhláska k Zákonu o Učetnictví), e successivi emendamenti
  • Art. 49 – Metodi di valutazione delle rimanenze e determinazione dei costi relativi alla loro acquisizione
  • Standard contabile ceco per gli imprenditori n. 015 – Rimanenze
  • Standard contabile ceco per gli imprenditori n. 018 – Conti patrimoniali e debiti a lungo termine

SOLUZIONE

La questione riguarda la valutazione delle rimanenze di magazzino, vale a dire la valutazione delle merci acquistate in valuta estera. Per la valutazione delle rimaneze si usano le regole di valutazione stabilite dai principi contabili cechi (per gli imprenditori), n. 015, che stabiliscono le procedure di base per la contabilizzazione delle rimanenze, la definizione dei loro contenuti e la loro valutazione.

Lo standard della contabilità ceca (ČÚS: České učetní standardy) n. 015 interpreta le disposizioni dell’art.25 del codice della contabilità (ZoÚ: zakonik o ucetnictvi) e dell’art.49 del PVZU (Prováděcí Vyhláška k zákonu o učetníctví). Le regole per la conversione dei prezzi da valuta estera a quella ceca non sono definite nelle disposizioni sopra menzionate, ma possono essere dedotte dalle regole generali del ZoÚ (zakonik o ucetnictvi).

In base all’art. 25 della ZOU deriva che le rimanenze in magazzino, ad eccezione dalle rimanenze create dalle proprie attività, sono valutate al costo di acquisto. Le stesse rimanenze possono essere anche valutate ad un costo di acquisto incrementato (ad esempio dato dalla media aritmetica ponderata).

Ai sensi dell’art. 24  comma 2 lettera A del ZoU  si stabilisce che occorre valutare le immobilizzazioni e i debiti al momento dell’evento contabile (nel nostro caso, ad esempio, nel momento dell’incremento delle rimanenze in magazzino).

Dalle disposizioni dell’art. 24 comma 6 del Zou si evince che le immobilizzazioni e i debiti denominati in valuta estera devono essere convertiti in valuta ceca utilizzando il tasso di cambio di mercato pubblicato dalla Banca Nazionale Ceca:

  • al momento dell’evento contabile (oppure)
  • alla data di chiusura di bilancio (o in un altro momento in cui vengono redatti i bilanci), solo per le immobilizzazioni e i debiti presenti nell’art 4 comma 12 del codice della contabilità (ZoÚ : zakonik o ucetnictvi) menzionato sopra nel quesito (in questo caso le rimanenze non sono trattate).

Ai fini della valutazione delle immobilizzazioni al momento dell’evento contabile, si può utilizzare, per la conversione di valuta estera in valuta ceca, un tasso di cambio fisso, predetermiato dai regolamenti interni sulla base dei tassi di cambio annunciati dalla Banca Nazionale Ceca (BNC) e utilizzato per un periodo di tempo stabilito ( Art.24 comma 7 del ZOU).

Da tutte le precedenti disposizioni consegue che le immobilizzazioni acquisite in valuta estera devono essere convertite in base al tasso annunciato dalla BNC. Va notato, però, che questa è una valutazione fatta sul conto , e non sul registro di magazzino.

In sintesi, in base al metodo di valutazione utilizzato, il valore di magazzino si definisce in base al prezzo derivante dalla fattura ricevuta e per la conversione della moneta estera nella fattura ricevuta si può utilizzare il tasso di cambio stabilito dalla BNC al giorno di consegna o alla data di ricevimento della fattura (vedi ČÚS: České učetní standardy  Nr. 018).

ZoU non obbliga a fare un monitoraggio del valore delle rimanenze dopo la conversione di valute estere in corone ceche simultaneamente, nel nostro caso sia in corone ceche che in euro. Dall’altro lato, però, non esiste nemmeno una regola che impedisca ai contabili di tenere traccia presso i singoli movimenti e voci delle rimanenze in valuta estera. Tuttavia, occorre prestare attenzione per fa sì che le scorte non vengano sovrastimate alla data di chiusura del bilancio. Ciò potrebbe distorcere il valore delle rimanenze in bilancio e il risultato economico nonchè la base imponibile per l’imposta sul reddito da esso risultante.

La questione non è semplice, una soluzione potrebbe essere quella di calcolare tutti i movimenti di magazzino in valuta ceca e quindi calcolare il valore delle rimanenze in bilancio come nel caso in cui i registri di magazzino fossero tenuti in corone ceche. Dopodichè si potrebbe effettuare una correzione nel bilancio d‘esercizio sia per le voci di costo che di ricavo (e trasferirie le differenze di valutazione su altri conti di rimanenze analitici).

Una semplificazione contabile valida potrebbe essere quella di utilizzare un unico tasso di cambio fisso durante tutto il periodo di bilancio.

Il fisco stanga affitti short term (Airbnb e simili)

By | Affitti, Fiscalità

Il Magistrato di Praga ha reso accessibile un nuovo sito web denominato Sdilene Ubytování v Praze (alloggi condivisi a Praga) con l’intento di regolamentare e fornire informazioni utili sia agli operatori economici che si occupano degli affitti short term, sia ai clienti di strutture di questo genere.

Il sito, tradotto anche in lingua inglese, francese e tedesca (oltre naturalmente alla lingua ceca) si trova all’indirizzo seguente: sdileneubytovani.praha.eu.
L’aspetto maggiormente rilevante é che tramite circolare, il fisco ceco ha definito cosa intende per affitti e cosa intende per servizi di soggiorno.
Vediamo di analizzare di seguito i due concetti, e cercare di sintetizzare le implicazioni:

Servizi i Alloggio

In generale, vi sono vari aspetti che vanno tenuti presente nei servizi di alloggio (la definizione di servizi di alloggio comprende l’alloggio a breve termine, accompagnato dai tipici servizi di ricezione):

  • Occorre avere le licenze per fornire servizi di soggiorno (la licenza è una licenza libera che deve essere fatta sia per le persone giuridiche, che per le persone fisiche).
  • Occorre tenere conto delle tasse sul soggiorno da versare al Magistrato di Praga
  • Occorre segnalare le presenze agli organi di Polizia e pertanto la tenuta di un c.d. libro presenze.

L’alloggio a breve termine sotto forma di servizi al soggiorno (in ceco “ubytovací služby”), se fornito da un soggetto IVA (sia esso persona fisica, che persona giuridica) implica l’obbligo di applicare l’IVA al 15%.
Se invece il soggetto che fornisce il servizio non è soggetto IVA ai sensi della normativa ceca, vale la regola fino al raggiungimento del limite di legge (1 milione di CZK di fatturato nei 12 mesi precedenti), non vi sono obblighi IVA particolari. Tuttavia, restano in piedi gli obblighi indicati sopra nei confronti del Magistrato e delle autoritá di Polizia.
La novità, come giá accennato in apertura, è la circolare del fisco ceco datata 11/10/2017 nella quale viene espressamente stabilito che sono considerati SERVIZI DI ALLOGGIO tutte le offerte di alloggio che transitano su piattaforme internet (come ad es. Airbnb ed altri).
In questa circolare viene espressamente indicato che il fisco considera questa tipologia di alloggio, non come affitto, ma come SERVIZI DI ALLOGGIO.
Naturalmente, i redditi generati da questa attività, sono soggetti anche alle imposte sui redditi locali. Se questo rappresenta una cosa ovvia per le persone giuridiche (corporate tax 19%), per le persone fisiche si possono presentare varie casistiche. In caso di licenza come imprenditore individuale per i servizi di alloggio, è applicabile il metodo forfettario (60/40) che consente di scaricare il 60% dei costi senza documentarli (fino ad un fatturato di 2 milioni di CZK, ndr), se non è presente la licenza viene applicato il forfeit al 40%.
Tale servizio è soggetto alla evidenza elettronica degli incassi (EET) obbligo introdotto dal 1.12.2016 su tutti gli esercenti tale servizio. Questo vale per il pagamento avvenuto in contanti o tramite carta di credito.

Affitto

I contratti di affitto sono regolati dal codice civile e richiedono un contratto di affitto (o di subaffitto) ai sensi della normativa vigente. L’affitto a breve termine (entro le 48 ore) è soggetto ad IVA 21%.
Dunque, il contratto di affitto (o subaffitto) è il documento principale e pertanto contiene anche la tutela dell’inquilino ai sensi della legge vigente.
Oltre le 48 ore, gli affitti e subaffitti sono esenti IVA (fatto salvo che non siano tra due soggetti IVA, che si possono accordare per l’affitto maggiorato di IVA).
Dal punto di vista fiscale, è considerato un reddito tassato per le persone fisiche ai sensi del §9 della Legge sulle imposte sui redditi. Pertanto, ha un regime non prettamente imprenditoriale (forfait costi su persone fisiche al 30%) oppure un regime costi e ricavi (con imponibile tassato al 15%). Per le persone giuridiche, vale ovviamente la coporate tax al 19%.
Gli affitti non sono soggetti all’evidenza elettronica degli incassi (EET).
Si ricorda, in caso di subaffitto per tali finalità, si consiglia di ottenere il consenso del proprietario dell’immobile e valutare eventuali implicazioni condominiali, come segnalato anche per l’ipotesi del soggiorno.

In conclusione

Era piuttosto dibattuto se il servizio offerto tramite AIRBNB e portali similari, rientri tra i servizi di alloggio o tra gli affitti.
Il Fisco, tramite la circolare emanata, ha definitivamente chiarito che in presenza di soggiorni giunti tramite portali web, si tratta sempre di servizi di alloggio.

Codice fiscale e banche locali – scambio informazioni

By | Banche, Fiscalità

Le banche ceche stanno facendo pervenire vari formulari ai residenti fiscali esteri o presunti tali, al fine di confermare il codice fiscale ed il paese di residenza.

In particolare, le banche segnalano il loro obbligo di comunicare alcuni dati sensibili del cliente relativi all’anno 2016: oltre ovviamente al nominativo, lo stato di residenza fiscale ed alcuni dati inerenti il conto corrente: il saldo ed i ricavi generati (in particolare gli interessi attivi). Questi dati saranno trasmessi alle autorità fiscali ceche, che successivamente procederanno a smistare tali informazioni agli uffici fiscali dei paesi interessati.

I pensionati italiani residenti fiscalmente in Repubblica Ceca

By | Fiscalità, Previdenza & Sanità

Qualora il pensionato italiano decida di trasferirsi in Repubblica Ceca a titolo definitivo, svolge le pratiche per comunicare il nuovo indirizzo di residenza iscrivendosi all’AIRE e presenta una domanda di variazione del domicilio fiscale all’INPS. Effettuati questi passaggi formali, la pensione viene accreditata sul conto corrente in Repubblica Ceca.

L’accredito della pensione italiana all’estero, non dovrebbe più subire una ritenuta per IRPEF (imposta sui redditi sulle persone fisiche in Italia), in quanto il pensionato dovrebbe pagare l’IRPEF nel paese dove risiede (se dovuta).

Per la Repubblica Ceca valgono le seguenti normativa di base

La normativa fiscale ceca regola le imposte sui redditi tramite la L. 586/1992(Zákon o daních z přijmů č. 586/1992). In particolare il §4 disciplina i redditi non soggetti ad imposta, ed in particolare al comma 1, lettera h) troviamo i principi cardine di tassazione delle pensioni dove viene esplicitamente indicato “[…] se si tratta di entrate rappresentate da pensioni accreditate regolarmente, sono esenti dalle imposte sui redditi nella misura pari al massimo 36 volte lo stipendio minimo (minimální mzda) valido al 1. gennaio dell’anno di riferimento”.

In pratica, tenuto conto che lo stipendio medio ceco è pari a 8.500 Kč al 1.1.2014, fino a 306.000 Kč annui i redditi sono esenti, oltre occorre tassarli nella misura del 15%.

Pertanto i contribuenti residenti fiscalmente in Repubblica Ceca, che percepiscono redditi pensionistici da altri stati, devono redigere la dichiarazione dei redditi annuale in Repubblica Ceca e tassare la pensione che eccede il limite sopra indicato (solo la differenza), tra gli altri redditi (ostatní přijmy) previsti dal §10 della locale Legge sulle imposte sui redditi.